Non si fa altro che parlare di Bonifico parlante per l’Ecobonus 110%, ma è sempre obbligatoria questa modalità di pagamento? Un approfondimento sul Decreto Requisiti per definire come e quando utilizzare questo dettagliato bonifico
No “bonifico parlante”? Niente agevolazioni fiscali per riqualificare casa con il nuovo Ecobonus 110%.
Questo è il messaggio che sta circolando da un po’ di tempo a questa parte.
Ma le cose non stanno proprio così.
È vero, il bonifico parlante è obbligatorio per il contribuente che intende effettuare interventi trainanti e trainati che rientrano nel Superbonus per l’edilizia e per altri lavori che beneficiano di agevolazioni minori.
Però, ci sono casi in cui questa precisa modalità di pagamento non è richiesta.
E sulla base dell’art. 6, co. 1, lettera e del Decreto Requisiti, vediamo insieme che cos’è il bonifico parlante, quando è obbligatorio e come deve essere compilato per non perdere il beneficio fiscale riconosciuto.
Che cos’è il bonifico parlante e perché è importante quando si parla di Ecobonus 110%?
Il bonifico parlante, che stiamo analizzando al fine di non commettere errori per beneficiare degli incentivi statali riconosciuti per la ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici esistenti, si differenzia dal classico bonifico perché più completo.
Non è solo la causale del bonifico parlante ristrutturazioni ad assumere importanza, perché si tratta di una modalità di pagamento che deve essere “curata” nel dettaglio.
Infatti, a differenza di un normale bonifico, devono essere specificate tutte le informazioni necessarie previste dalla legge, per non creare confusione con altri pagamenti e avere problemi e conseguenti ritardi nella tabella di marcia.
Ecco cosa è specificato all’articolo 6, comma 1, lettera e) del Decreto Requisiti:
e) salvo l’importo del corrispettivo oggetto di sconto in fattura o cessione del credito di cui all’art. 121, comma 1, del Decreto Rilancio, effettuare il pagamento delle spese sostenute per l’esecuzione degli interventi mediante bonifico bancario o postale dal quale risultino il numero e la data della fattura, la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione ed il numero di partita IVA, ovvero, il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. Tale condizione è richiesta per i soggetti di cui all’art. 4, comma 1, lettera a).
E compilare correttamente tutti questi campi – le banche hanno già modelli pronti proprio per effettuare i pagamenti per usufruire delle detrazioni fiscali previste per i bonus casa – è importante per non avere problemi quando si presenteranno tutti i documenti per l’Ecobonus 110% all’Agenzia delle Entrate.
Ora, vediamo chi deve compilarlo e quando è obbligatorio inserire tutte le informazioni indicate dalla legge.
È la circolare dell’Agenzia delle Entrate 24/E/2020 a fare chiarezza sul bonifico parlante per la riqualificazione energetica degli edifici con l’Ecobonus
Il problema principale da risolvere è questo: capire se anche in caso di sconto in fattura, cessione del credito alle banche o cessione del credito alle imprese si deve far riferimento a questa speciale modalità di pagamento.
Per prima cosa, solo le persone fisiche saranno tenute a presentare il bonifico parlante per beneficiare dell’Ecobonus 110%, mentre i soggetti esercenti attività di impresa non saranno soggetti a questo vincolo.
Risolviamo il problema principale.
In base ai chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate, il bonifico parlante per ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica non è necessario quando il contribuente segue una strada differente rispetto a quella della detrazione fiscale diretta, cessione del credito o sconto in fattura.
Ma se lo sconto in fattura è parziale, cioè non riguarda il totale della spesa sostenuta, per la parte della detrazione che sarà goduta in modo diretto in dichiarazione dei redditi, quando non si opta per la cessione del credito, è obbligatorio il bonifico parlante.
Riassumendo: il bonifico parlante Ecobonus 110% è obbligatorio solo quando si intende beneficiare delle agevolazioni fiscali con detrazione diretta.
E cosa fare in questi casi?
Come compilare il bonifico parlante ristrutturazioni Ecobonus 110%
Arriviamo alla parte pratica.
Ecco cosa deve essere indicato nel bonifico parlante bancario o postale per agevolazione fiscale:
- numero e data della fattura;
- causale del versamento con il riferimento all’art. 119 del D.L. n. 34/2020;
- codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita IVA;
- codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.
E il “bonifico per agevolazione fiscale” – è questa la voce da selezionare – può essere effettuato anche online tramite la piattaforma della propria banca, prestando attenzione a compilare i seguenti campi:
- dati del beneficiario;
- dati del bonifico;
- ordinante;
- causale;
- tipo di agevolazione: Lavori di Ristrutturazione Edilizia, Risparmio Energetico o Bonus Sisma;
- codice fiscale o Partita IVA del beneficiario;
- codice fiscale o Partita IVA del fruitore dell’agevolazione;
- P.IVA o codice fiscale dell’eventuale amministratore di condominio.
Niente di estremamente complicato per il bonifico parlante per il risparmio energetico o Sismabonus.
La parte difficile è prima.
Bonifico parlante, sconto in fattura e cessione del credito: conviene chiedere aiuto
Se il bonifico parlante, sempre prestando la massima attenzione durante la fase di compilazione, non rappresenta un vero e proprio ostacolo, lo stesso non si può dire per gli accertamenti iniziali.
E mi riferisco all’analisi del caso per valutare la possibilità o meno di poter accedere alle nuove agevolazioni fiscali previste dall’Ecobonus al 110%.
Una precisa analisi tecnica che deve essere obbligatoriamente accompagnata anche da un’analisi della propria situazione finanziaria per trovare la soluzione più conveniente.
Riqualificare casa a costo quasi zero, grazie al Bonus 110%, è possibile.
Ma per ottenere il 110% per le tue finestre è fondamentale affidarsi a professionisti qualificati.
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