“Edifici a Energia Quasi Zero”
Il 1 febbraio 2012 la Direttiva 2002/91/CE è stata abrogata ufficialmente in sostituzione della Direttiva Europea 2010/31/UE, che tutti conosceranno come la direttiva per la progettazione di “Edifici a Energia Quasi Zero”. Tale direttiva obbliga, entro il 31 dicembre 2020, tutti gli edifici di nuova costruzione a essere “Near Zero Energy” cioè “Edifici a Energia Quasi Zero”. Per quanto riguarda gli edifici pubblici la scadenza è anticipata di due anni, al 31 dicembre 2018.
Inoltre, il fabbisogno energetico restante deve essere coperto con energie rinnovabili, non a caso, “L’Edificio a Energia Quasi Zero“ è un edificio “ad altissima prestazione energetica, con fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.”
La prestazione energetica di un edificio è determinata in base alla quantità di energia, reale o calcolata, consumata annualmente per soddisfare le varie esigenze legate a un uso normale dell’edificio, corrisponde al fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento dell’edificio e al fabbisogno di acqua calda sanitaria.
Una Direttiva indispensabile per la riduzione dei consumi energetici, di un comparto, quello edile, che da solo consuma circa il 40 % di energia della comunità europea.
Senza entrar nel merito della Direttiva, sappiamo di certo che i nuovi edifici dovranno essere passivi, e cioè garantire il benessere termico senza alcuna forma di energia convenzionale, caldaia e termosifoni.
L’edificio è detto passivo quando la somma degli apporti passivi di calore, ad esempio l’irraggiamento solare trasmesso da finestre e il calore generato da elettrodomestici e occupanti stessi dell’edificio, sono sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda.
Caratteristiche del foro finestra ad alta efficienza energetica
Affinché un edificio sia passivo è molto importante la componente finestrata dell’involucro, e quindi l’efficienza energetica del foro finestra. La finestra ad alta efficienza energetica deve essere in grado di isolare riducendo le perdite di calore, ma al tempo stesso, consentire alla radiazione solare di penetrare all’interno dell’edificio per riscaldare gli ambienti. Le caratteristiche da valutare sono quindi molteplici e in particolare:
– I valori d’isolamento del serramento. Bassi valori di trasmittanza termica saranno sicuramente più indicati;
– Le prestazioni di tenuta all’aria, al vento e all’acqua. Devono, cioè, diminuire tutti gli scambi non controllati con l’esterno;
– Il cassonetto. Dove previsto, deve essere a perfetta tenuta all’aria e altamente coibente;
– I valori prestazionali del vetro. Non c’è solo la trasmittanza termica, ma anche il fattore solare g, che dev’essere attentamente valutato in funzione dell’ubicazione dell’edificio.
– Il controtelaio. Perfettamente isolato e quindi assolutamente non metallico;
– La posa in opera. Dev’essere necessariamente qualificata e quindi ad alta efficienza energetica.
Sui primi cinque punti saranno i produttori a migliorarsi per mettere sul mercato un prodotto che risponda alle caratteristiche che le normative, prima ancora del mercato, richiederanno. Sull’ultimo aspetto, la posa in opera, forse quello più importante, bisognerà fare tanta informazione, ma soprattutto formazione. La finestra avrà un ruolo di primo piano nei prossimi anni, le moderne architetture richiedono sempre più ampie superfici vetrate, che, se non correttamente posate in opera, faranno del foro finestra un buco nero energetico.
Conclusione
Iniziamo a studiare sistemi di posa appropriati, chiediamo consiglio su quali materiali usare e come usarli, e non affidiamo un aspetto di fondamentale importanza al caso. Siamo noi a fare delle scelte che cambieranno il corso degli eventi, solo noi.
A cosa serve acquistare un ottimo infisso, a più guarnizioni, se poi tra controtelaio e muratura o tra controtelaio e serramento non ne inseriamo nemmeno una?
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