Le suddivisione dell’Italia in Zone Climatiche, anche dette fasce climatiche, è regolata dal DPR 26/08/1993 n. 412.
Le zone climatiche sono aree del territorio italiano caratterizzate dallo stesso clima per le quali è possibile immaginare condizioni uguali o pressappoco simili. La Legge del 9 gennaio 1991 n. 10 già prevedeva, ai fini del contenimento dei consumi energetici, la suddivisione dell’Italia in diverse zone climatiche, per stabilire la durata giornaliera di attivazione e i periodi di accensione degli impianti termici; Nonostante questo, la suddivisione è entrata nel lessico comune solo nel 2006 in seguito alla Legge 27 dicembre 2006 n. 296, che ha introdotto, di fatto, la detrazione delle spese sostenute per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Per usufruire della detrazione è necessario ridurre i consumi energetici, limitando le dispersioni attraverso le superfici dell’involucro edilizio. Un intervento di riqualificazione deve quindi rispettare i volori limite della trasmittanza termica, imposti dalla legge, a seconda della Zona Climatica dell’area dov’è ubicato l’immobile. I liberi professionisti, sicuramente, ricorderanno la disputa per i valori di trasmittanza termica delle finestre comprensive di infissi troppo stringenti per alcune categorie, prontamente innalzati.
Senza entrare nello specifico, secondo il DPR 412, il territorio è suddiviso in sei zone climatiche. Per classificare le zone climatiche si usano le lettere dell’alfabeto, dalla A alla F. La zona A è quella più calda, mentre la F la più fredda.
Ciò che determina l’appartenenza di un’area a una zona climatica piuttosto che a un’altra è il valore di un parametro chiamato GRADO-GIORNO (GG). Il GG è una misura fittizia che indica il fabbisogno termico per il riscaldamento degli edifici in una determinata area geografica. Il calcolo dei gradi-giorno è così definito:
La sommatoria, estesa a tutti i giorni di un periodo convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura ambiente e la temperatura media esterna giornaliera.
In Italia il periodo d’osservazione, è pari a un anno, mentre la temperatura ambiente convenzionale è fissata a 20°C, quindi:
Un valore di GRADI-GIORNO basso indica che le temperature medie giornaliere sono prossime alla temperatura ambiente, fissata a 20° C, quindi una località calda caratterizzata da un breve periodo di riscaldamento.
Al contrario invece, un valore di GRADI-GIORNO alto indica che le temperature medie giornaliere sono molto inferiori alla temperatura ambiente, fissata sempre a 20° C, e quindi una località fredda, caratterizzata da lunghi periodi di riscaldamento.
In pratica, la suddivisione del territorio in fasce climatiche, serve per capire quanti gradi sono necessari per riscaldare un edificio giornalmente. Generalmente è uno dei primi parametri richiesti in fase di preventivazione di un intervento, per capire quale strada seguire.
Ritengo però che oggi ci siano sul mercato ottimi prodotti che già nelle tipologie standard o di serie sono idonei alla Zona F, perché non richiederli? E’ vero che esiste una tabella a cui far riferimento che indica quali valori rispettare, ma perché non spingersi oltre?
In fondo, la miglior energia è quella non sprecate, non trovate?
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