In questo articolo focalizziamo la nostra attenzione sugli aspetti da valutare al fine di dare alla committenza un posa in opera qualificata del serramento.
Questa l’introduzione del terzo articolo, pubblicato sul numero di Aprile 2015 della rivista “Show-Room Porte e Finestre“.
Qui di seguito potete leggere l’intero articolo.
Posa in opera qualificata: quali aspetti valutare
Innanzitutto vorrei sottolineare che, come già accennato nei precedenti articoli, ad oggi ancora non vi sia possibilità alcuna di certificare la posa in opera. Non esiste difatti nessuna norma in tal senso.
Vi sono dei protocolli volontari, riguardanti per lo più l’involucro edilizio nella sua totalità, dalla parte opaca a quella trasparente, e qualche tentativo da parte di qualche produttore di certificare ricorrendo a enti terzi, il proprio sistema e la sua posa in opera.
Restano tuttavia delle mosche bianche! Identifichiamo quindi quali sono gli aspetti da considerare nella posa in posa del serramento.
Bisogna anzitutto fare una distinzione netta tra il caso in cui si posi in nuova costruzione e quello in cui, invece, si operi in sola sostituzione del serramento, senza opere murarie. I due casi sono molto differenti.
Posa in opera in nuova costruzione
In questo caso la gestione del cantiere è sicuramente più semplice. Chi progetta la posa in opera del serramento, dal momento che la posa in opera va progettata, ha la possibilità di gestire i nodi e il posizionamento partendo da zero. In questo caso quindi, il primo passo consiste nell’identificare la corretta posizione del serramento, in funzione di quella dell’isolante.
Posizione del serramento
È buona norma posizionare il serramento in linea con l’isolante.
Se la coibentazione è esterna, il serramento deve essere quanto più vicino all’isolante, e quindi il posizionamento ideale del controtelaio è a filo muratura esterna con l’isolante che lo sormonta.
Se si arretra, magari posizionandolo a metà spalletta, è meglio prevedere un risvolto del coibente fino al controtelaio.
Da un punto di vista termico, l’ideale sarebbe posizionare il serramento nel coibente. Tale posizione però richiede spessori importanti di coibente, oltre a un controtelaio opportunamente progettato per essere posato a sbalzo. In caso di coibentazione interna, allo stesso modo, vale lo stesso principio, seppure all’inverso. In caso di coibentazione in intercapedine, il serramento deve essere in linea con l’isolante.
È altresì importante che il coibente arrivi sempre sul serramento, soprattutto in climi rigidi o in presenza di protocolli di certificazione volontaria, come ad esempio CasaClima o Passiv-Haus. In questi casi, la presenza di elementi schermanti, come ad esempio la guida avvolgibile o la persiana esterna, sicuramente rappresenta un problema in più da risolvere, poiché rappresenta un’interruzione nella coibentazione.
Infine, nel caso di muratura monolitica il serramento è preferibile che sia posato in mezzeria. A tal proposito però, al fine di garantire una corretta tenuta agli agenti atmosferici è buona norma prevedere una risega nella muratura, in modo da far lavorare il serramento in battuta.
Nel caso di muratura isolante inoltre, tale pratica aumenta anche le temperature lungo la spalletta.
Progettazione controtelaio
Definita quindi la posizione del serramento, si passa alla progettazione del controtelaio. Il controtelaio dev’essere realizzato ad hoc per il singolo cantiere, a seconda di quelle che sono le esigenze della committenza ma anche e soprattutto le prestazioni da raggiungere.
Una volta progettato il controtelaio e definita quella che sarà la sua pozione nel vano finestra, è bene progettare i due nodi, identificando con il termine Nodo Primario quello tra muratura e serramento, e con il termine Nodo Secondario quello tra controtelaio e serramento.
È bene quindi affrontare la progettazione per entrambi, utilizzando prodotti che abbiano le stesse caratteristiche, ma che meglio si prestino all’uno piuttosto che all’altro.
Al fine di semplificare la gestione è bene suddividere il nodo, sia esso primario che secondario in tre livelli. Si definisce quindi un livello esterno, che dovrà garantire tenuta agli agenti atmosferici quali pioggia e vento. Un livello intermedio, in grado di garantire prestazione termoacustica, e infine un livello interno spesso sottovalutato, in grado di garantire tenuta all’aria e quindi protezione dall’umidità.
Posa in opera su costruzione esistente
In questo caso, che ultimamente rappresenta la quotidianità per molte rivendite e posatori, le possibilità di poter scegliere dove posizionare il serramento sono davvero poche e perlopiù dettate dalla posizione del vecchio serramento.
Sono difatti poche le casistiche in cui si riesce a smurare il vecchio serramento per posare il nuovo.
Molte volte, difatti, tale soluzione non è praticabile e bisogna quindi ricorrere a soluzioni di “compromesso” in cui è ancora più difficile garantire determinate prestazioni. Ciò che determina la posizione del serramento è quindi il serramento esistente.
In qualche caso potrebbe esserci un controtelaio che, se non metallico, agevola sicuramente la posa in opera del nuovo serramento. In altri, il vecchio serramento è a metà spalletta, può quindi diventare un utile battuta per il nuovo serramento o, addirittura, si può trovare a filo interno. In questo caso purtroppo, se il vecchio telaio non può essere rimosso, non c’è altra soluzione se non posare il nuovo serramento in luce.
La posa in luce, però, comporta una riduzione della superficie vetrata. Meno superficie vetrata equivale a dire meno luminosità all’ambiente, già di per se ridotta per via dei nuovi vetri.
In questo caso si identificano altre criticità che non devono essere trascurate:
- Cassonetto: se presente richiede un’attenta trattazione, al fine di avere buone prestazioni termiche e di tenuta. Si ricorda che, laddove passa aria, inevitabilmente passa anche il rumore. Il cassonetto è un elemento da non trascurare quando si riqualifica il foro finestra.
- Davanzale: il più delle volte è facile trovare un davanzale passante che, soprattutto in climi rigidi, può causare seri problemi di condensa superficiale. La riqualificazione del foro finestra deve passare anche per il davanzale, che dev’essere interrotto o, se ciò non fosse possibile, rivestito con del materiale isolante.
Anche in questo caso, al fine di semplificare la gestione, è bene suddividere il nodo, sia primario che secondario in tre livelli. Tengo a precisare che, qualora vi sia un controtelaio già posato, resta da garantire la tenuta all’aria anche e soprattutto del nodo primario.
In ogni caso comunque, la posa in opera deve garantire:
Un corretto fissaggio meccanico del serramento alla muratura. In tal senso è importante ricordare che il tipo di fissaggio varia in funzione del supporto, della posizione dello stesso e delle dimensioni. Esistono infine dei punti fissi da cui partire e degli interassi minimi da rispettare. Si ricorda inoltre che il fissaggio deve avvenire, oltre che lungo i lati verticali, anche e soprattutto lungo quelli orizzontali.
Prestazioni similari a quelle del serramento. Se la committenza ha l’esigenza di acquistare un serramento con ottime prestazioni di abbattimento acustico, ad esempio Rw 45 db, l’Rw non può diventare 40 dB a causa di una posa in opera approssimativa.
È quindi di fondamentale importanza usare prodotti adeguati al fine di garantire al serramento in opera, una prestazione che non si discosti molto da quella certificata in laboratorio. Al lo stesso modo, se la committenza ha l’esigenza di un serramento il cui Uw sia 1,0 W/m2K, ci si aspetta che tale valore non si discosti di molto dal 1,0 una volta che il serramento è stato posato.
A titolo d’esempio, se si considera un serramento doppio battente di dimensioni standard con Uw 1,0 W/m2K, tenendo conto dello “Psi” d’installazione, vale a dire il ponte termico del nodo di posa, l’Uwinstalled che tiene conto dell’installazione, può arrivare quasi a raddoppiare in ca-so in cui questo sia stato posato su davanzale passante e magari anche su controtelaio metallico.
Durata di vita del sistema similare a quella del serramento.
Infine, se la durata di un serramento è, nostro malgrado 30 anni, ci si aspetta che anche i prodotti usati devono garantire la stessa prestazione nel tempo; ecco perché si consiglia l’uso di prodotti idonei ad assicurare la stessa prestazione nel tempo, evitando magari di affidare solo ed esclusiva mente a sigillanti fluidi la tenuta del giunto di posa.
Allo stesso modo, anche la schiuma poliuretanica, se non correttamente protetta dall’umidità non garantisce prestazioni nel medio lungo periodo, motivo per cui, spesso e volentieri, rimuovendo un coprifilo di un serramento posato qualche anno fa, si nota come della schiuma non vi sia nessuna traccia e che la stessa di sia del tutto polverizzata.
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4 risposte
Trovo i suoi articoli molto professionalied utili.
Grazie. Buona lettura!
Gentile sig. Alberti,
sono una studentessa e sto seguendo e leggendo ormai da tempo il suo sito.
vorrei sapere come ricevere la newsletter e anche come riuscire a ricevere articoli del passato, in particolare quelli dello ” show room porte e finestre”.
Grazie mille,
distinti saluti
Buongiorno, mi scriva pure in privato.