La settimana scorsa ho partecipato ad un evento fieristico in un comune poco distante dal mio di residenza.
Doveva essere una fiera dedicata all’efficienza energetica, ma purtroppo d’efficienza se n’è vista ben poca. Un evento a cui avrebbero dovuto partecipare progettisti, imprese e perché no, privati. Purtroppo di progettisti se ne sono visti ben pochi e di imprese nemmeno la traccia. Per fortuna, qualche privato, vuoi per curiosità o per reale interesse, ha girato per gli stand. Sono stato invitato da un impresa di costruzioni locale che vuole intraprendere, insieme a un consulente tecnico e non senza difficoltà, la strada della vera efficienza. Volutamente il messaggio che si è fatto passare è che, come sempre per ogni cosa, c’è un modo corretto e uno sbagliato di fare, dall’involucro al tetto, dalla posa del serramento a quella del cappotto.
La mia presenza è servita per sottolineare aspetti spesso poco conosciuti nella posa del serramento. Non che io sia un illuminato, sia chiaro, ma credo che, quanto a progettazione e posa del serramento, possa dire la mia. Non a caso, anche per il serramento, così come per la parete, vi erano due spaccati in scala 1:1.
Ciò che mi ha fatto riflettere in queste due giornate, soprattutto parlando con i visitatori, è il concetto di comfort abitativo, concetto che spesso passa in secondo piano pur essendo estremamente importante.
Il risparmio energetico è la prima conseguenza di un intervento ben riuscito perché quantificabile. In effetti le domande più ricorrenti che mi sono state fatte sono queste:
Quanto costa al mq un cappotto posato così?
E un serramento posato in questo modo?
L’eccessivo costo della bolletta è quasi sempre motivo di interventi di riqualificazione. La logica è proprio questa: oggi investo una certa cifra X, che mi ripagherò in un numero di anni Y, grazie al risparmio annuale Z dal costo delle bollette. Più Y è basso, più il committente è propenso a spendere la cifra X per interventi di riqualificazione. Purtroppo, a meno che non si viva in zone climatiche molto fredde, difficilmente Y, sarà basso. Allora il committente cerca di ridurre quanto più possibile il costo dell’intervento X.
Qualità e prezzo sono, però, direttamente proporzionali.
E’ semplice… nella maggior parte dei casi funziona in questo modo.
Chiedo al muratore, o al pittore che si occupa anche di cappotti, che spessore consigliano per la mia abitazione, per poi, in funzione di questo spessore chiedere più preventivi. Il momento è difficile, c’è crisi, e dove trovo più convenienza compro. Paradossalmente succede lo stesso per il serramento. Non me ne vogliano muratori e pittori, nulla contro chi svolge il proprio lavoro in maniera qualificata, sia chiaro.
Se il committente è stato bravo, avrà risparmiato un po’ di soldi il che, di questi tempi, non fa male!
Ma davvero siete convinti che in tempo di crisi ci sia chi regala qualcosa? Io avrei qualche dubbio.
Supponiamo che però, nonostante tutto, l’effetto cercato sia ottenuto e ogni anno risparmiate Z, mica male!
Esiste però un altro parametro, non quantificabile, spesso secondario; il comfort abitativo è quella condizione di benessere che si crea in un ambiente in funzione di quattro fattori: temperatura, umidità dell’aria, acustica e luminosità.
Valori ottimali di temperatura e umidità hanno come risultato l’ottenimento del benessere definito termo-igrometrico. Ho comfort se la temperatura è compresa tra i 20 e 22 °C, mentre quella delle superfici, pareti e serramenti, è superiore ai 17 °C e l’umidità relativa è compresa tra il 40 e il 60%.
Per stare bene in casa quindi, la temperatura delle pareti dev’essere simile a quella dell’aria.
Esiste una regola?
Sicuramente esistono delle regole; sono quei dettagli che fanno la differenza e nel caso del serramento sono:
– Ponti termici: Eliminando i ponti termici, evito collegamenti con l’esterno;
– Isolamento: Isolando l’edificio, facendolo in modo corretto, soprattutto se dall’esterno, evito dispersioni di energia;
– Sigillando: Non è vero che la casa debba respirare; non ho mai visto rianimare le pareti con la respirazione bocca a bocca, voi? Se passa aria, inevitabilmente passa rumore. Il rumore crea discomfort.
Come sempre sono i dettagli a fare la differenza. La cura del dettaglio comporta però, inevitabilmente, un aumento dei costi.
A parità di componente, tra un applicazione sbagliata e una corretta non ci sarà più di un 10% di differenza, perché compromettere il tutto? Non trovate?
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