La UNI EN ISO 11600 identifica i vari sigillanti, che in funzione dell’applicazione finale, variano se usati tra giunto vetrato (G) e giunto edile non vetrato (F).
Le classi, identificate da un numero intero, fanno in realtà riferimento all’allungamento massimo d’esercizio. Le quattro classi sono così definite:
– Classe 7,5 (7,5%);
– Classe 12,5 (12,5%);
– Classe 20 (20%);
– Classe 25 (25%).
Oltre alla classe, i sigillanti dovrebbero fare riferimento a due ulteriori caratteristiche:
– Differenza tra alto modulo (HM) e basso modulo (LH);
– Differenza tra comportamento elastico (E) e plastico (P).
Cosa differenzia le 4 classi?
L’allungamento massimo d’esercizio. Per intenderci, supponiamo di avere un giunto di posa, nel nodo secondario, tra serramento e contro telaio di 10 mm. I fissaggi meccanici, per come sono stati progettati, consentono un allungamento massimo del giunto di circa 2,5 mm. Su 10 mm di giunto, un allungamento di 2,5 mm corrisponde al 25%.
La scelta ricadrà su un sigillante fluido Classe 25.
Cosa significa HM e LM?
Alto modulo (HM) e basso modulo (LM) identificano il modulo elastico del sigillante.
I Sigillanti LM, basso modulo, hanno un modulo elastico inferiore o uguale a 0,4 N/mm2.
I Sigillanti HM, alto modulo, hanno un modulo elastico superiore a 0,4 N/mm2.
Nella posa in opera dei serramenti è sempre preferibile usare un sigillante basso modulo (LM), sicuramente più elastico.
In definitiva quindi, per scegliere adeguatamente un sigillante per il nodo secondario è importante che:
– Sia di classe appropriata;
– Abbia buona adesione su materiali porosi e metallici;
– Sia resistente all’invecchiamento;
– Abbia un ottimo recupero elastico;
– Abbia un basso modulo.
Dove troviamo tutte queste informazioni? Sulla scheda tecnica del prodotto.